AMASENO (FR)

Sull’arco in pietra posto tra il corpo di fabbrica principale del Castello (nell’omonima piazza, che si apre nel punto più altor del paese) e alcune case sorte tra il XIX e il XX secolo, sullo stipite di destra non si nota soltanto un esemplare di Triplice Cinta (indicata con un cerchio verde nella foto 1, vedi scheda).

Ma su un concio posto in opera sul piedritto di sinistra, con un po’ di attenzione si riesce a scorgere pure un doppio Tris o "Centro Sacro" (indicato con un cerchio rosso) particolarmente consunto e vandalizzato con una vernice spray.

La versione dell’esemplare è quella con due quadrati posti uno accanto all'altro. Ma il simbolo è vicinissimo al bordo del blocco di pietra, che appare spaccato in modo grezzo. Pertanto, è probabile che il simbolo fosse preesistente alla mesa in opera e che sulla parte mancante fossero incisi gli altri due quadrati, costituendo quindi la versione “classica” di quattro "Centri Sacri" uniti in un unico quadrato (Alquerque-12).

Crediti: Giancarlo Pavat (giugno 2014), che ringraziamo



Maggiori informazioni https://www.centro-studi-triplice-cinta.com/products/amaseno-fr-1/

Sull’arco in pietra posto tra il corpo di fabbrica principale del Castello (nell’omonima piazza, che si apre nel punto più altor del paese) e alcune case sorte tra il XIX e il XX secolo, sullo stipite di destra non si nota soltanto un esemplare di Triplice Cinta (indicata con un cerchio verde nella foto 1, vedi scheda).

Ma su un concio posto in opera sul piedritto di sinistra, con un po’ di attenzione si riesce a scorgere pure un doppio Tris o "Centro Sacro" (indicato con un cerchio rosso) particolarmente consunto e vandalizzato con una vernice spray.



Maggiori informazioni https://www.centro-studi-triplice-cinta.com/products/amaseno-fr-1/

Sull’arco in pietra posto tra il corpo di fabbrica principale del Castello (nell’omonima piazza, che si apre nel punto più altor del paese) e alcune case sorte tra il XIX e il XX secolo, sullo stipite di destra non si nota soltanto un esemplare di Triplice Cinta (indicata con un cerchio verde nella foto 1, vedi scheda).

Ma su un concio posto in opera sul piedritto di sinistra, con un po’ di attenzione si riesce a scorgere pure un doppio Tris o "Centro Sacro" (indicato con un cerchio rosso) particolarmente consunto e vandalizzato con una vernice spray.



Maggiori informazioni https://www.centro-studi-triplice-cinta.com/products/amaseno-fr-1/

Sull’arco in pietra posto tra il corpo di fabbrica principale del Castello (nell’omonima piazza, che si apre nel punto più altor del paese) e alcune case sorte tra il XIX e il XX secolo, sullo stipite di destra non si nota soltanto un esemplare di Triplice Cinta (indicata con un cerchio verde nella foto 1, vedi scheda).

Ma su un concio posto in opera sul piedritto di sinistra, con un po’ di attenzione si riesce a scorgere pure un doppio Tris o "Centro Sacro" (indicato con un cerchio rosso) particolarmente consunto e vandalizzato con una vernice spray.



Maggiori informazioni https://www.centro-studi-triplice-cinta.com/products/amaseno-fr-1/

Sull’arco in pietra posto tra il corpo di fabbrica principale del Castello (nell’omonima piazza, che si apre nel punto più altor del paese) e alcune case sorte tra il XIX e il XX secolo, sullo stipite di destra non si nota soltanto un esemplare di Triplice Cinta (indicata con un cerchio verde nella foto 1, vedi scheda).

Ma su un concio posto in opera sul piedritto di sinistra, con un po’ di attenzione si riesce a scorgere pure un frammento di Alquerque (indicato con un cerchio rosso) particolarmente consunto e vandalizzato con una vernice spray.

 

La versione dell’esemplare è quella con due quadrati posti uno accanto all'altro. Ma il simbolo è vicinissimo al bordo del blocco di pietra, che appare spaccato in modo grezzo. Pertanto, è probabile che il simbolo fosse preesistente alla mesa in opera e che sulla parte mancante fossero incisi gli altri due quadrati, costituendo quindi la versione “classica” di quattro "Centri Sacri" uniti in un unico quadrato (Alquerque-12).

  • Crediti: Giancarlo Pavat (giugno 2014), che ringraziamo
  • Scheda inserita da M. Uberti
webmaster Marisa Uberti