ARABONA (comune di Manoppello, CH)

Abbazia cistercense di Santa Maria de Arabona. Due piccoli esemplari di Alquerque sono graffiti sul dorso di uno degli animali alla base del candelabro per il cero pasquale (nei pressi del presbiterio) in posizione verticale. La segnalazione ci giunge da Dario Banaudi, che ringraziamo. Avevamo visitato la splendida abbazia nel 2007, sapendo che in letteratura era "vagheggiata" la presenza di una Triplice Cinta ma, nonostante avessimo guardato molto bene ovunque, non ci eravamo accorti di questi alquerque; solo sull'altro animale avevamo scorto labili segni, come mostrava una foto che scattammo. Sorge pure il dubbio che, dalla visita del nostro segnalatore, i graffiti non si leggano più? Comunque sia, i due alcquerque si trovano in una posizione alquanto curiosa. Appare chiara l'intenzione simbolica (forse magico-apotropaica) di queste incisioni, cui si unisce un possibile terzo esemplare di alquerque, inferiormente agli altri due, ed un verosimile Tris, tracciato a mano libera nello spazio tra i due animali, indicato dalla freccia nella foto sotto:

 

Osservando attentamente, si scorgono molti più segni di quanto ci si aspetti.

 

Questi animali, secondo la tradizione attribuita a questo manufatto, simboleggiano le eresie che attaccano la fede.

Del bellissimo manufatto, probabile opera di Maestri Comacini (anche se in loco si parla di influssi francesi), ci aveva colpito in particolare la presenza di una colonnina annodata. Le colonnine sono tutte di foggia diversa, ripartite in sei inferiori e sei superiori, con capitelli  e favolosi rilievi. Simboleggiano, secondo la Tradizione, i Dodici Apostoli che sono i pilastri della diffusione della fede in Cristo, rappresentata dai tralci di vite sul fusto. Il manufatto culmina con il porta-cero destinato a contenere la Fiamma di Vita Eterna (veniva usato per il Sabato Santo).

Rimandiamo, per le notizie sull'edificio e i suoi simbolismi, al nostro pregresso articolo sull'abbazia di S. Maria di Arabona

 

  • Segnalazione e foto: Dario Banaudi (marzo 2015), che ringraziamo vivamente!
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