RICCIA (CB)

Una bella Triplice Cinta è stata documentata su una pietra del muretto che fa da sostegno all’arco del moncone di campanile della scomparsa chiesa di San Giovanni Battista nel borgo antico di Riccia. La chiesa di San Giovanni affacciava con le sue due porte sulla strada che conduce al Castello; affiancato vi era il campanile, molto alto e, come documenta una visita pastorale di fine ‘600, terminante a cupola. Era la parrocchia più antica del paese, un’unica navata che si sovrapponeva alla chiesetta di Santa Maria delle Grazie, della quale la parte del presbiterio ne costituiva la cripta. Il terremoto del 1688 la danneggiò e nel 1736 perdette lo status di parrocchia e fu aggregata alla chiesa ricettizia di Santa Maria Assunta. Con il terremoto del 1805 cadde definitivamente e il terreno dove era edificata passò ai privati, che vi edificarono delle case. Elementi di spoglio, capitelli, fregi sono ancora sparsi, un po' qua e un po là, nel centro storico e fanno supporre che fosse una costruzione in stile gotico.

La freccia indica la pietra dov'è incisa la TC, posta sotto l’arco del campanile dell’ex chiesa

"Spiegare l’incisione di Riccia - sostiene chi segnala - non è impresa facile. Non sappiamo, del resto, da quando quella pietra sia lì. Può darsi che vi sia stata posta successivamente all’edificazione del campanile, presa da un altro punto dell’abitato, o portata da chissà dove. Potremmo tirare in ballo i Templari o altri ordini cavallereschi ad essi collegati. È certa, infatti, la presenza per il nostro paese dell’Ordine di San Lazzaro, tra i più antichi ordini ospedalieri di cui si abbia notizia. Fondato alla fine dell’XI secolo a Gerusalemme per la cura dei malati e dei pellegrini che vi si recavano. La croce dell’Ordine è ancora visibile sulla porta d’ingresso della chiesa dell’Annunziata e su un pietra apposta sul lato occidentale della chiesa di Santa Maria Assunta. Abbastanza distinguibile è anche un altro segno che rimanda a presenze di ordini cavallereschi dediti a rituali di iniziazione: il fiore della vita (un fiore a sei petali circoscritto in una circonferenza), simbolo antichissimo denominato anche “Sesto giorno della Genesi” a richiamo della Creazione e del suo completamento. Sarebbe una strada affascinante da percorrere, ma non priva di inconvenienti in mancanza di documentazione che la supportasse adeguatamente. Quindi, alla fine, dobbiamo semplicemente accontentarci che la “triplice cinta” abbia deciso di manifestarsi. Essa è lì, è sempre stata lì silenziosa e misteriosa; l’unico messaggio inconfutabile è quello che la pietra ci ha restituito un ulteriore brandello del nostro passato e sta a noi interpretarlo nel migliore modo possibile".

  • Segnalazione e foto: Antonio Santoriello (gennaio 2018), che ringraziamo vivamente
  • Scheda inserita il 29/01/2018 da M. Uberti
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