FERENTINO (FR)

Una scheda era già presente dal 2014 ad opera del nostro collaboratore Giancarlo Pavat e in parte alcuni esemplari erano già stati segnalati da Giulio Coluzzi e inseriti nel nostro libro del 2008 (vedi in calce) ma nell'agosto 2021 ci siamo personalmente recati in loco, ricavando fotografie più recenti sia degli schemi segnalati in precedenza sia di quelli trovati (e per noi inediti), che vanno ad integrare il nostro database. Purtroppo, in alcuni casi, gli esemplari non sono più visibili. Ringraziando vivamente chi prima di noi ha censito queste Triplici Cinte, consentendo ad altri ricercatori di trovarle facilmente, riformiamo questa scheda aggiornandola alla data odierna.

La bellissima cittadina, con le sue mura "ciclopiche", annovera parecchi esemplari di Triplici Cinte incise, che a parere di chi scrive possono ascriversi a schemi per il gioco dle filetto, data la loro dimensione e posizione, fermo restando che l'interpretazione è passibile di revisione qualora dovessero giungere nuovi dati. In merito alla datazione non ci si può sbilanciare, come ripetiamo sempre, tuttavia dobbiamo ricordare che l'esposizione agli agenti atmosferici può invecchiare precocemente le incisioni e/o i graffiti, così come il continuo passaggio di persone. Ora però iniziamo la "caccia" per le affascinanti vie della cittadina affacciata sulla Valle del Sacco, che è sede di diocesi insieme a Frosinone e Veroli e fu capoluogo medievale della Provincia di Campagna e Marittima dello Stato della Chiesa. Parcheggiata l'auto all'esterno di Porta San Francesco, dopo aver dato un'ammirata occhiata all'omonima chiesa e aver passato in rassegna tutti i parapetti, saliamo verso l'Acropoli.

Lungo la via Antica Acropoli si incontra il Monastero di S. Chiara; tramite la segnalazione di G. Pavat sapevamo che sui gradini di accesso alla chiesa dovevano esservi delle consunte TC, purtroppo però l'edificio chiesastico versa in stato di degrado e il cancello è chiuso. E' possibile vedere quindi con adeguatezza soltanto i primi due gradini, su cui si è potuta rilevare una labile traccia di un filetto mentre un secondo esemplare meglio conservatosi lo si vede attraverso la cancellata (ma non è stato chiaramente possibile misurarlo).

Consunta TC su un gradino della chiesa conventuale di S. Chiara (accesso chiuso da una cancellata)

Proseguendo lungo la via si hanno due possibili diramazioni: a sinistra ci si inerpica verso il Criptoportico e la Cattedrale, a destra si costeggia un parapetto parallelo alla strada che scende verso il borgo "inferiore". Decidiamo di valutare gli esemplari sulle lastre di copertura di questo muretto (in totale ne abbiamo conteggiate tre); sulla seconda lastra del primo tratto, individuiamo un bell'esemplare con diagonali (una delle mediane sembra fuoriuscire dallo schema,ma potrebbe trattarsi di una figura geometrica) inciso sulla seconda lastra partendo dal muro a destra, che misura 25 cm x 23 cm. Lo stato di consunzione è elevato.

Il parapetto delimitante la strada in discesa che costeggia via Antica Acropoli

La TC incontrata sulla seconda lastra del muretto su menzionato

Seguendo l'andamento della strada in discesa, con lo sguardo attento alle lastre di copertura del parapetto, sulla penultima (prima del termine dello stesso) si trovano due TC: una è consuntissima tanto da non poter dire se avesse le diagonali (a malapena si è riusciti a misurarla: 19 x 23 cm), l'altra che le è accanto è ancora più consunta (anche la misurazione è risultata difficoltosa). I due esemplari furono realizzati con strumento adeguato a scalfire la pietra in profondità perchè non si tratta di leggeri sgraffi. Entrambi gli schemi sembrano avere un foro centralmente, tuttavia la presenza di screpolature, rotture e usura della superficie incisoria non consentono una precisa correlazione.

La penultima lastra di copertura del muretto (scendendo verso il basso) con i due esemplari molto consunti

Le due TC sulla lastra

A questo punto non proseguiamo in discesa ma risaliamo verso il suggestivo Criptoportico, appena oltrepassato il quale, sulla destra salendo, individuiamo il frammento litico segnalato in precedenza da G. Pavat, incassato verticalmente nel paramento murario di contenimento. Su di esso si distingue a malapena il profilo di un quadrato, di un segmento diagonale e poco altro. In definitiva non ci possiamo sbilanciare sulla sua reale interpretazione (non siamo certi sia un filetto). Ciò che abbiamo potuto osservare dall'analisi digitale è la presenza di due lettere (AL) incise in caratteri maiuscoli sul lato superiore, per come è incassato il blocco, e per poterle leggere la foto va ruotata di 45°.

Salita al Criptoportico

L'incisione dubbia sul frammento litico incassato verticalmente; con il cerchio rosso sono state evidenziate le due lettere riconoscibili (A L)

Superiamo la spianata dove sorge la splendida Cattedrale (da visitare!) e raggiungiamo il "Mercato coperto" di epoca romana. Di fronte all'ingresso di quest'ultimo vi è un parapetto di delimitazione da un vicolo sottostante: proprio su un paio di lastre di questo muretto erano state documentate due TC, già consunte nel 2014. Purtroppo abbiamo dovuto constatare che se ne distingue soltanto una, l'altra è illeggibile (perlomeno con le condizioni di luce che avevamo, quelle mattutine con il muretto in ombra). Quella da noi documentata si trova sull'ultima lastra (verso l'esterno) ed è di dimensiono notevoli (27 x 26 cm) e probabilmente aveva le diagonali.

Il muretto situato di fronte all'ingresso del Mercato Coperto romano

La TC appena visibile incisa sull'ultima lastra del muretto sopra menzionato

Proseguiamo la visita dell'incantevole centro storico, caratterizzato dalla via principale che è la Consolare, sulla quale affacciano antichi palazzi e chiese. Una di queste la si incontra proprio percorrendo Via Consolare, fermandosi in una piccola piazza (Piazza Antonio Gramsci, ex Piazza Saloniei). Qui si erge l'antichissima chiesa di San Pancrazio (risalente almeno al 1066), tuttavia attualmente si presenta in forme settecentesche. Un tempo era a tre navate, oggi è a unica navata (una fu abbattuta nel 1795 per rischio di crollo e l'altra fu incorporata al Palazzo Ruggeri-Bossi che le è attiguo). Appartenne all'abbazia di Montecassino. Il portale di accesso è preceduto da alcuni gradini: sul primo di questi gradini è incisa una TC di 22 x 25 cm ed è nel modello con diagonali.

 

Il filetto inciso sul primo gradino di accesso alla chiesa di S. Pancrazio

Continuando per la Via Consolare si arriverà a un bivio che conduce alla Porta Sanguinaria, interessantissima (uscendo si potrà vedere un tratto consistente di mura megalitiche), ma per la nostra ricerca si deve proseguire dritto su via Cavour, percorrerla fino in fondo, quando si dirama con Via Ierone a sinistra e Via Porta Maggiore a destra. Qui scorgeremo la splendida sagoma gotico-cistercense della Chiesa abbaziale di Santa Maria Maggiore. Si ritiene appartenesse a Casamari e fosse dotata di un chiostro, non più esistente: è orientata con la facciata principale rivolta a occidente e abside a oriente (canonicamente). Nella parte inferiore della facciata si aprono tre portali di cui il centrale mostra un elegante protiro del XIV secolo fiancheggiato da due leoni stilofori; la decorazione presenta motivi scultorei provenienti dalle rovine del vicino Teatro Romano. Superiormente si apprezza un bellissimo rosone con 12 colonnine sia lisce che tortili (altri due rosoni sono presenti su altre due facciate). Il portale laterale sinistro presenta due volti antropomorfi alla base dell'arco, identificati come Federico II di Svevia e la madre Costanza d'Altavilla, grandi mecenati del rifacimento della chiesa. Tra i due portali si può scorgere la lastra tombale del martire Ambrogio (patrono della città), le cui reliquie erano qui conservate perchè la chiesa fu cattedrale, prima del trasferimento del titolo alla chiesa di S. Andrea sull'Acropoli. Su due rispettivi conci murari, a sinistra e a destra del portale, si documentano due diversi tipi di croce. Per ciò che attiene alla nostra ricerca, su alcune lastre di copertura del parapetto che circonda il sagrato erano state segnalate almeno tre TC, di cui una molto consunta ma una tracciata con solchi profondi e molto bella. Alla nostra visita, purtroppo, non abbiamo trovato la stessa situazione. Infatti proprio la TC appena menzionata non è più presente (hanno sostituito la lastra?). Ecco com'era:

La bellissima TC segnalata da G. Pavat nel 2014 non è più rintracciabile alla nostra visita dell'agosto 2021

Osservando la fotografia che aveva scattato G. Pavat e confrontandola con la medesima lastra attuale (abbiamo tenuto come riferimento il paesaggio sottostante della strada e delle abitazioni), non abbiamo potuto fare altro, desolatamente, che constatare la quasi dissoluzione dello schema, come fosse  stato "bruciato" da qualche acido (siamo in cerca di spiegazioni). In compenso abbiamo trovato una TC non segnalata precedentemente scendendo lungo la discesa che corre inferiormente alla chiesa (la quale  è situata su un poggio): su una panchina di pietra all'esterno di un'edficio al civico n. 39 di via Sabina è incisa una TC parecchio consunta ma ancora distinguibile e misurabile. Alla luce dell'indagine ciò che abbiamo documentato nell'area di S. Maria Maggiore è quanto segue:

Un dubbio residuo di TC inciso sulle prime lastre del parapetto che circonda il sagrato della chiesa

Una seconda, consuntissima TC, situata su una delle lastre del parapetto su menzionato

Una terza (?) TC, ma allo stato attuale indistinguibile, si trova su una lastra del parapetto che chiude il sagrato a nord

Schema di una TC incisa sulla panchina all'esterno di un'edificio al civico n. 39 di via Sabina

Un'altra TC che non abbiamo trovato (mentre era stata segnalata, con foto, da G. Pavat nel 2014) è quella che si dovrebbe trovare alla base del muro del Palazzo dei Cavalieri Gaudenti, adiacente alla grandiosa Chiesa di S. Maria dei Cavalieri Gaudenti. Nonostante l'accurata ricerca profusa in loco, non siamo riusciti ad individuarla (forse non esiste più). Abbiamo tuttavia messo nel carniere un esemplare inedito, non segnalato precedentemente: esso è inciso sulla terza lastra (partendo dall'inizio dove c'è una specie di ringhieea) del parapetto delimitante la strada che conduce a Porta Montana (la più vicina alla chiesa dei Cavalieri Gaudenti. La TC si vede discretamente bene, è provvista di diagonali e misura 26 cm x 26 cm.

Il muretto lungo la salita nei pressi di Porta Montana. La freccia azzurra indica la TC sulla lastra

L'incisione della TC sulla terza lastra mostrata nella figura precedente. Il modello è con diagonali

Porta Montana

In conclusione possiamo dire di avere trovato n. 10 esemplari aggiornati di filetto o Triplice Cinta che dir si voglia; quelli troppo dubbi non possiamo annoverarli tra quelli da conteggiare. Comunque capiamo quanto sia importante non soltanto trovare gli schemi, fotografarli e, nel possibile, misurarli ma seguirne l'evoluzione nel tempo, tornando ogni tanto a verificarne la presenza, la leggibilità e/o lo stato di consunzione.

Crediti:

  • Foto, rilevazioni e scheda: M. Uberti (30/08/2021); partecipante alla rilevazione fotografica Angelo Marchetti
  • Coluzzi, G., Uberti, M. "I luoghi della Triplice Cinta: alla ricerca di un simbolo sacro o di un gioco senza tempo?" (Eremon Edizioni, 2008), scheda "Ferentino", pp.216-218
  • Pavat, G., "Valcento. Gli Ordini monastico-cavallereschi nel Lazio meridionale” (Edizioni Belvedere, Latina - 2007), pp.291-92
    Valcento. Gli Ordini monastico-cavallereschi nel Lazio meridionale” (Edizioni Belvedere, Latina - 2007)

    Maggiori informazioni https://www.centro-studi-triplice-cinta.com/il-nostro-team/
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