GENOVA

Il frammento di tavoliere in ardesia che vediamo nella foto fu ritrovato durante gli scavi archeologici in occasione della realizzazione della metropolitana cittadina alla fine degli anni '80 del XX secolo, nei livelli di distruzione della caserma dove era alloggiato il Corpo di Guardia della Porta S. Tomaso, demolita attorno alla metà del 1800. La Porta era situata nell'odierna zona Principe. Della figura del "filetto" inciso rimangono solo le tracce di due quadrati e un segmento mediano ma è inequivocabilmente quella (il lato più esterno misura 27 x 27 cm).

Interessante sapere che dalla parte opposta della lastra è inciso un bellissimo schema a scacchiera, forse usato per il gioco della dama. Il filetto è visibilmente diverso come stile e accuratezza, segno che sulla lastra in origine doveva trovarsi soltanto la bella damiera (realizzata da mani esperte con strumenti appositi tra cui il compasso); Il filetto fu forse eseguito per utilizzare la tavola in modo duplice, come accade per quelle di legno, che da un lato hanno la dama e dall'altro il gioco del filetto o del mulino. Ma questo reperto è davvero molto interessante e originale. Per distinguere le caselle (essendo di ardesia, sarebbero state tutte grigie) e consentire di stabilire dove posizionare le pedine avversarie, alcune sono state lasciate libere mentre altre sono state contrassegnate con degli eleganti fiori graffiti (forse rose canine), tutti con un forellino centrale. Alcuni segni di usura ma anche disegni intenzionali (come parrebbe di vedere nella prima casella in basso a sinistra) si osservano su questo lato del tavoliere che in origine, secondo le stime di chi ha potuto studiarlo (v. Pucci, 2015), misurava circa 33 x 33 cm (spessore 1,2 cm). Si ritiene che le caselle fossero 64 e che fosse un tavoliere mobile, fatto per essere spostato facilmente (il peso doveva raggiungere i 3,5 chili). In che ambienti sia stato prodotto il manufatto non è dato sapere nè in quali contesti sia stato usato. In zona vi erano diversi conventi, espropriati alla fine del 1700 e destinati a scopi militari; forse era un bene personale di una delle monache e poi finì in mano ai soldati, che incisero sul retro il filetto, con cui avevano forse più dimestichezza ed era un gioco più agile (veloce). Pensare che appartenesse fin dal principio a qualche soldato è più difficile, per via della delicatezza dei motivi floreali. Una lastra con un enigma affascinante!

  • Crediti: Italo Pucci, "Il tavoliere di Porta San Tomaso", v. URL (Istituto Internazionale di Studi Liguri)
  • Scheda inserita il 22/02/2022 da M. Uberti
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