MILANO

Complesso della Cà Granda (Ospedale Maggiore). Sul lato che prospetta su Via Francesco Sforza si trova l'imponente Porta della Misericordia, che è tutto ciò che resta dell'antica porta che collegava l'Ospedale con la Rotonda della Besana (o "foppone") attraverso un ponte che passava sul naviglio e imboccava poi il lungo stradone di San Barnaba.

Da questa Porta uscivano silenziosamente i carri che portavano i degenti che morivano nel nosocomio.

Ai lati della Porta vi sono due panchine di graniglia. Su quella di sinistra, guardando la Porta stessa, è incisa una bellissima Triplice Cinta, con diagonali e abbozzo di un foro centrale (potrebbe essere anche una scalfittura della pietra). Le sue dimensioni sono circa 29 x 35 cm (rettangolare) e fu eseguita con uno strumento e non a mano libera. I tratti sono puliti, i quadrati proporzionati tra loro, il solco profondo 0,2 mm.

 

 

La Cà Granda fu fondata nel 1456 dal duca Francesco Sforza, subì ampliamenti nel corso del XVII secolo e, dopo i bombardamenti della II Guerra Mondiale, venne ricostruita nelle parti danneggiate ma cambiò destinazione d'uso (è oggi sede dell'Università degli Studi). La chiesa dell'Annunziata, all'interno del complesso, conserva una cripta al di sotto della quale si seppellivano i degenti morti nell'ospedale. Si calcola vi siano i resti di circa 150.000 persone, che costituiscono il Sepolcreto della Cà Granda, il quale è stato in funzione fino al 1695, quando appunto venne costruito il nuovo cimitero (succursale dell'Ospedale), il foppone o Rotonda della Besana, al cui centro si trovava la chiesa di San Michele ai Nuovi Sepolcri, oggi sconsacrata (edificio tutt'ora esistente come Museo dei Barnabiti).

La Porta della Misericordia dovrebbe risalire a quel periodo. La TC non può quindi essere precedente e, anzi, data la zona di libero passaggio, è molto difficile attribuire l'incisione ad un'epoca precisa. Va detto che dove oggi camminiamo e transitiamo con le auto, lungo via Francesco Sforza, un tempo vi era l'acqua, il canale del Naviglio. Il canale fu interrato negli anni '30 del XX secolo e la fisionomia urbana è drasticamente cambiata. La Porta rimase anche uno degli ingressi per l'Ospedale e alla Chiesa dell'Annunciata fino alla sua chiusura (oggi una grata metallica impedisce di oltrepassarla); le panchine ai lati della Porta, da foto d'epoca degli anni 1920-'30, esistevano già ma quando erano state collocate? Nel progetto originario della monumentale Porta o successivamente? Migliaia e migliaia di persone sono passate sul ponte e sono entrate da quella porta e chiunque avrebbe potuto incidere il bellissimo filetto, chiunque avesse una buona destrezza con uno strumento appuntito in grado di scalfire la dura pietra. Ma anche dopo la realizzazione della strada, l'eliminazione del ponticello e la chiusura della Porta, le panchine sono rimaste e sono tutt'ora accessibili a chi transita su via Sforza, come abbiamo fatto noi. Nessuno ha mai notato la Triplice Cinta? Per noi, che l'abbiamo individuata domenica 28 gennaio 2018, è inedita e con piacere la pubblichiamo. Su tratta del secondo esemplare rinvenuto nel centro cittadino (un terzo esemplare giace sotto una delle colonne di San Lorenzo).

  • Segnalazione, foto e inserimento scheda: Marisa Uberti (29 Gennaio 2018)
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