TERZO CONVEGNO NAZIONALE SULLA TRIPLICE CINTA, BIELLA, 20 OTTOBRE 2018

Terzo Convegno Nazionale sulla Triplice Cinta. Dal filetto al gioco dell'Orso: giocare è una cosa seria!

Data: 20-21 Ottobre 2018

Sede: DocBi / Centro Sudi Biellesi, via Marconi 26 A, Biella

Organizzazione: Centro Studi Triplice Cinta e DocBi / Centro Studi Biellesi, con il patrocinio del Comune di Biella

 

PROGRAMMA GENERALE

Arrivo dei partecipanti a Biella (stazione San Paolo) entro le 9,30 e trasferimento con auto private a Forgnengo dove Carlo Dionisio farà gli onori di casa: visita ai graffiti del paese, fra cui numerose Triplici Cinte, altri tavolieri e il Gioco dell’Orso.

Pranzo, ritorno a Biella e convegno, al termine del quale sarà offerto un rinfresco.

Per chi pernotta a Biella, domenica 21 ottobre visita guidata da Carlo Gavazzi e Marisa Uberti a Mergozzo, Montorfano, Suna, Vignone e Ungiasca e ai numerosi tavolieri ivi conservati. Per questo evento è necessaria la prenotazione la sera del sabato per questioni logistiche.

 

PROGRAMMA DEL CONVEGNO (inizio ore 14 di sabato, 20 Ottobre 2018)

  • Franco Grosso (moderatore): presentazione della giornata di studi e dei relatori;
  • Carlo Gavazzi: "I giochi incisi nel Biellese: molti filetti, qualche enigma e un simpatico orso";
  • Carlo Dionisio: “Non solo Triplice Cinta…”;
  • Massimo Centini: "Giocare è una cosa seria. Il gioco come laboratorio antropologico";
  • Marisa Uberti: "Gli aspetti simbolici della Triplice Cinta";
  • Giancarlo Sani: "Giochi e simboli in ambiente rupestre della Toscana";
  • Marisa Uberti: "Il Centro Studi Triplice Cinta: attività, finalità e utilità";
     
  • Franco Grosso: conclusioni e arrivederci all'anno prossimo

 

CURRICULUM DEL MODERATORE E DEI RELATORI

 

FRANCO GROSSO (Trivero, 1947) vive e lavora a Mosso, nel Biellese Orientale. Si occupa di promozione del territorio e di comunicazione, con particolare attenzione al turismo e agli aspetti culturali. Progetta sistemi turistici, organizza eventi e spettacoli teatrali, disegna tavole panoramiche, tiene corsi e docenze presso scuole e Università e negli ultimi anni è diventato un esperto di cammini storico-devozionali. Ha ideato il Cammino di San Carlo, il Presepe Gigante di Marchetto, l’iniziativa Salute in Cammino e molto altro. Ha promosso con mostre e articoli il Gioco dell’Orso inciso a Forgnengo (BI), provando con successo una versione “umana” con figuranti in costume. È vice presidente nazionale della Rete dei Cammini ed è stato consigliere regionale del Club Alpino Italiano. Collabora con diverse riviste, ha scritto un migliaio di articoli per giornali, ha pubblicato una mezza dozzina di libri e guide turistiche. È uno dei soci fondatori del DocBi.

CARLO GAVAZZI (Biella 1950), medico dentista, si occupa da decenni della ricerca e documentazione dei giochi nelle incisioni rupestri e nei graffiti. Ha presentato comunicazioni e poster a convegni nazionali e internazionali di archeologia rupestre a Torino, Darfo Boario e Verbania ed è autore o co-autore, sull’argomento, di pubblicazioni in ambito locale (sul bollettino del DocBi e sulla Rivista Biellese; l’opuscolo L’orso e i suoi fratelli) nonché del volume Giocare sulla pietra / I giochi nelle incisioni rupestri e nei graffiti di Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria (Priuli e Verlucca, Ivrea 1997), oltre a quanto contengono i preprints e gli atti dei congressi su citati.

CARLO DIONISIO (Torino 1942) è ingegnere nucleare e ha ricoperto prestigiosi incarichi in campo aerospaziale. Si è dedicato alla promozione del territorio e delle sue tradizioni dapprima in provincia di Torino e in seguito a Forgnengo (Campiglia Cervo, BI) – dove si è trasferito nel 2002 – e nell’Alta Valle Cervo.  È presidente dell’associazione culturale Ca’d’Pilat di Forgnengo, che ha sede in uno storico edificio il cui restauro, durato dodici anni, egli ha proposto e realizzato. In passato consigliere comunale e tuttora consigliere della Casa Museo dell’Alta Valle Cervo di Rosazza, ha divulgato, nel Biellese e altrove, la conoscenza del gioco dell’Orso con conferenze, allestimenti di mostre e tornei (anche con figuranti in costume) sia nelle scuole, sia in occasione di feste nei paesi della valle, sia altrove (Ricetto di Candelo, Centro Commerciale “Gli orsi” di Biella, Parking day di Milano, Olimpiade dei giochi dimenticati al castello di Masino…).

MASSIMO CENTINI (1955) è laureato in Antropologia Culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Ha lavorato a contratto con Università e Musei italiani e stranieri. Tra le attività più recenti: a contratto nella sezione “Arte etnografica” del Museo di Scienze Naturali di Bergamo; ha insegnato Antropologia Culturale all’Istituto di design di Bolzano. Docente di Antropologia culturale presso la Fondazione Università Popolare di Torino, insegna “Storia della criminologia” ai corsi organizzati da MUA – Movimento Universitario Altoatesino – di Bolzano. Ha all’attivo innumerevoli pubblicazioni.

MARISA UBERTI è una ricercatrice bresciana di nascita e bergamasca di adozione. Di formazione scientifica, ha fondato il “Centro Studi Triplice Cinta” nel gennaio 2013 e ne è a tutt'oggi curatrice. È membro del Gruppo di Ricerca Storica di Rovato (BS), diretto dal prof. sac. Giovanni Donni, dell'Associazione Bibliofili Bresciani "Bernardino Misinta" e dell'Associazione Ligure per lo Sviluppo degli Studi Archeoastronomici (ALSSA) di Genova. Da quasi vent' anni svolge studi dedicati alla Triplice Cinta e ai giochi che spesso si presentano ad essa associati (come il Tris e l’Alquerque), istituendo il primo censimento mondiale, tuttora in divenire. Nel settembre 2016 ha partecipato come relatrice al I Convegno Nazionale di Studi sulla Triplice Cinta e Simbologia Medievale tenutosi a Bonito (AV). Nel maggio 2017 ha partecipato come relatrice al “Board Games Studies Colloquium XX” tenutosi all'Università di Copenhagen (Danimarca). Il 30 settembre 2017 ha organizzato il II Convegno di Studi sulla Triplice Cinta e Simbologia Medievale in collaborazione con il Comune di Spirano (BG). Ha all’attivo numerosi articoli sull’argomento e tre opere saggistiche a tema specifico.

Bibliografia :
"La Triplice Cinta nell'arte sacra e profana. Le raffigurazioni del gioco del filetto o del Mulino oltre la pietra. Viaggio tra dipinti, arazzi, manoscritti, intarsi preziosi, mosaici e misteri" (monografia scaricabile da Academia.edu, 2016);

"Ludica, Sacra, Magica. Il censimento mondiale della Triplice Cinta" (ilmiolibro.it, 2012);

"The Merels Board Enigma. With the worldwide census" (ilmiolibro.it, 2012);
"I luoghi delle triplici cinte in Italia. Alla ricerca di un simbolo sacro o di un gioco senza tempo?" (con Giulio Coluzzi), Eremon Edizioni, 2008

GIANCARLO SANI (referente per la regione Toscana del Centro Studi Triplice Cinta) è nato e vive a Empoli (Firenze). Ricercatore, speleologo, alpinista, da alcuni anni si dedica allo studio dei segni dell’uomo in ambiente montano e in particolare alla ricerca, catalogazione e studio delle incisioni rupestri presenti in Toscana. Nel 2011 ha fondato il Centro Arte Rupestre Toscano. Nel 2015 è stato eletto membro del Comitato Scientifico del CAI Toscana. È socio della sezione CAI Valdarno Inferiore “Giacomo Toni”, È socio dell’Associazione Archeologica del Medio Valdarno di Empoli. Ha al suo attivo numerosi articoli a carattere divulgativo e scientifico; alcuni suoi lavori sono stati presentati a convegni internazionali e Simposi sull’arte rupestre.

Volumi pubblicati:

- “La Valle delle rocce Sacre”, coautore con Adolfo Zavaroni e l’Associazione Culturale Armonia, 2007;

- “I Segni dell’Uomo. Incisioni rupestri della Toscana, corpus dei graffiti presenti sui rilievi montuosi della Toscana”, 2008;

- ”Le rocce dei pennati. Sulle tracce delle rocce sacre dei Liguri-Apuani”, 2011;

- “Il Balzo alle Cialde”; 2012;

- ”Ca’ d’Diana”, 2013;

 - “La Cresta dell’Omo”, scritto con Alessandro Bernardini e Pietro Giannini, 2014;

- “La Memoria della Roccia, nuovi siti con incisioni rupestri sulle montagne toscane”, 2016

 

RIASSUNTI DELLE COMUNICAZIONI

C. GAVAZZI

Vengono presentati i tavolieri documentati nel Biellese: il filetto con diagonali predomina, ma sono presenti anche quello senza diagonali e quello a due quadrati, nonché altri giochi fra cui il più interessante è quello dell’orso. È tratteggiata la prima fase della ricerca a tal proposito, dalla scoperta (M. e P. Scarzella) alla raccolta e pubblicazione di informazioni sul meccanismo del gioco (C. e L. Gavazzi) fino alla constatazione che si tratta del più notevole gioco di immobilizzazione asimmetrico conosciuto al mondo (T. Depaulis).

C. DIONISIO

Viene presentata la seconda fase della promozione, divulgazione e valorizzazione del gioco dell’orso: tornei al tavolo, tornei con figuranti in costume, mostre (vari allestimenti di quella del DocBi L’orso e i suoi fratelli), pubblicazioni, pannelli a Forgnengo, fino al cartello “paese del gioco dell’orso” che oggi sovrasta, lungo la Panoramica Zegna, quello recante il nome del villaggio.

M. CENTINI

Il tema del gioco è da tempo oggetto di studio da parte dell’antropologia culturale: in esso sono infatti presenti molteplici aspetti, che consentono incursioni in vari ambiti della cultura, da quello legato alla cultura materiale a quello rituale. L’intervento offrirà una panoramica su questi temi, con alcuni esempi provenienti dalla ricerca etnografica e offrendo spunti per approfondimenti successivi.

M. UBERTI

Dalla sua decennale catalogazione internazionale, frutto di ricerche sul campo e bibliografiche, la relatrice ha potuto distinguere con chiarezza gli esemplari ludici da quelli simbolici, sui quali è impossibile giocare. Rappresentano una casistica esigua ma non certo trascurabile e costituiscono un interessantissimo campo di indagine. La studiosa da sempre sostiene l'indispensabilità di investigare il soggetto nella sua duplice veste di gioco e di simbolo: le due valenze si integrano e si compenetrano. La novità proposta, se così si può sintetizzare, è quella di essere giunta all'identificazione di quattro grossi gruppi "alternativi" al gioco, in cui collocare quegli esemplari impossibili a prestarsi all'impiego ludico ma che, tuttavia, abbisognano di interpretazioni diversificate. La relatrice illustrerà esempi chiarificatori, presentando anche due brevi filmati.

G. SANI

Nel corso di una decennale ricerca sulle incisioni rupestri presenti sulle montagne toscane, sono stati scoperti numerosi “tavolieri” di varia tipologia incisi sulle lastre pavimentali di antiche mulattiere, su rocce panoramiche dominanti sulle sottostanti vallate, su massi erranti nel bosco e su pareti rocciose fortemente inclinate, se non addirittura verticali. Questo lavoro è un primo censimento di queste evidenze. con la proposta di numerose immagini e brevi note del contesto in cui sono state individuate. In particolare vengono messi in risalto gli esemplari in posizione verticale con alcune considerazioni relative all'associazione con altri segni presenti sulla stessa roccia o nelle strette vicinanze.

M. UBERTI

Viene presentata brevemente, insieme al Centro Studi Triplice Cinta, l’analisi statistica della distribuzione regionale dei tavolieri censiti, aggiornata a ottobre 2018.

 

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