Viciümm (Vogorno, Canton Ticino)

Valle Verzasca – Sul sentiero che porta a Bardughè. Coordinate: 709.721/122.276- Altitudine: 1’572 metri

C’è un Ticino che non si vede dalle cartine turistiche né dai sentieri più battuti. È fatto di minuscole cascine aggrappate ai versanti, di nuclei silenziosi che compaiono all’improvviso tra boschi fitti e terrazzi ormai riconquistati dalla vegetazione. Sono luoghi che non si incontrano per caso: bisogna volerli cercare, deviare, salire, insistere. Ed è proprio per questo che conservano ancora intatto il loro fascino. Quando ci si arriva davanti, raccontano storie che non hanno bisogno di parole. Molti di questi alpeggi, costruiti su piccoli pianori strappati alla montagna, ricordano quanto fosse dura la vita fino a poco più di un secolo fa. Qui vivevano famiglie intere, in condizioni difficili, lasciando tracce concrete della loro quotidianità: segni nella pietra, oggetti semplici, incisioni che parlano di lavoro, di attese e anche di momenti di svago. Scoprire questi luoghi è sempre un’emozione, perché non sono mai solo ruderi, ma frammenti di vita.

In uno di questi nuclei oggi completamente abbandonati si trova Viciümm, dove alcune cascine resistono ancora come silenziosa testimonianza di un’esistenza dura a queste altitudini. Accanto a una cascina si nota una panchina di pietra sulla quale è incisa una tavola da mulino. Oltre alle classiche linee che formano lo schema del gioco (che ha le diagonali e il foro centrale), in corrispondenza dei punti sono presenti piccole coppelline (modelli frequenti nel triangolo lariano e nel versante piemontese della Valle Verzasca. n.d.r.). Le incisioni appaiono molto consumate dal tempo e probabilmente in origine erano ancora più numerose; oggi si distingue chiaramente solo una lettera C incisa a lato. La tavola di circa 20 x 19 centimetri si trova su un lato della panchina e accanto a un’altra seduta in pietra: una disposizione che fa pensare a due persone sedute una di fronte all’altra, intente a giocare. Non è un caso isolato: ho trovato diverse tavole simili incise su panchine di antichi nuclei, e a mio avviso la loro posizione non lascia molti dubbi sulla funzione ludica. Dell’esistenza di questa tavola ero già a conoscenza ma, prima di tornarvi, volevo una conferma sul posto. Sapendo che il mio amico Ely Riva doveva recarsi in zona per esplorare altri nuclei, gli ho chiesto di passare da Viciümm. La conferma è arrivata puntuale: la tavola c’era, ed era esattamente dove la tradizione voleva. Per raggiungerla si parte da San Bartolomeo (489 m), sopra Vogorno, seguendo un sentiero molto ripido e ormai poco frequentato. In circa un’ora di cammino si arriva a Collo, dove si trova un’altra tavola da mulino che avevo già presentato in passato. Da qui si prosegue verso Gana (1033 m), raggiungibile in una trentina di minuti, fino alla deviazione per Bardughèe. Dopo circa un’ora e un quarto si imbocca l’antico sentiero sulla sinistra che conduce a Viciümm (1'572 m) in un’ulteriore ora e un quarto di salita. Complessivamente, da San Bartolomeo, il percorso richiede poco più di tre ore e supera un dislivello di circa 1.080 metri. Un cammino impegnativo, ma ripagato da un incontro raro con un Ticino che sa ancora raccontarsi in silenzio.

  • Si ringrazia vivamente Luca Bettosini, vero interprete della ricerca alpina, per la segnalazione, le foto e la scheda.

  • ùScheda inserita da M. Uberti il 18/12/2025

 

 

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